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La pandemia ha accelerato il percorso di digitalizzazione della sanità, rendendo concrete delle prestazioni e dei servizi da remoto che fino a un anno fa erano considerati futuribili. Durante il periodo pandemico, i servizi digitali si sono dimostrati uno strumento essenziale per garantire la qualità della presa in carico e la tempestività dell’assistenza, favorendo l’azione sinergica tra professionisti sanitari con differenti specializzazioni e sviluppando l’assistenza domiciliare integrata. Tuttavia, se da un lato le Istituzioni hanno permesso il più velocemente possibile alle strutture e al personale sanitario di servirsi delle tecnologie necessarie per prendersi cura dei pazienti più fragili anche a distanza, dall’altro lato la necessità di affrontare tempestivamente e in emergenza le sfide poste dalla pandemia ha prodotto l’affermarsi di norme, pratiche e prestazioni poco coordinate tra le singole Regioni, producendo involontariamente iniquità e diseguaglianze difficili da contrastare in assenza di provvedimenti quadro.

Il 9 novembre 2021 Netcomm ha presentato alla Camera dei Deputati le quattro proposte in materia di telemedicina identificate dal Gruppo di Lavoro “Digital Health e Pharma”, guidato da Humanitas, Medtronic e MSD per permettere alla Sanità italiana di cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione ed evolversi verso un sistema a valore aggiunto per i cittadini e per gli operatori della salute.

Secondo il Gruppo sono due gli ambiti centrali del percorso di digitalizzazione sui quali occorre agire per uno sviluppo efficace e di valore della sanità italiana: una gestione puntuale e interoperabile dei dati sanitari e un approccio strutturato e coeso alla telemedicina rispetto a tutti gli ambiti che concorrono al buon esito delle sue potenzialità. In particolare, la visione e le proposte avanzate dal Gruppo in materia di telemedicina afferiscono a quattro ambiti:

  • l’individuazione di standard nazionali, chiari e vincolanti per l’accreditamento degli strumenti utilizzabili per i servizi di telemedicina (quali ad esempio, l’integrazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, le modalità e i formati di condivisione delle immagini e la certificazione medicale degli strumenti diagnostici utilizzati);
  • una definizione delle prestazioni di telemedicina che possa garantire al personale sanitario un’adeguata suddivisione del tempo dedicato all’attività ambulatoriale, in presenza e da remoto, definendo anche i requisiti relativi all’erogabilità della prestazione anche al di fuori della sede fisica accreditata;
  • un’adeguata formazione del personale sanitario in modo da sostenere e guidare la transizione digitale del settore sanitario;
  • un puntuale studio della sostenibilità economica delle attività di telemedicina, che ne definisca delle specifiche tariffe in grado di tener conto degli investimenti necessari all’erogazione delle stesse.

Secondo la visione del Gruppo, si tratta di quattro snodi fondamentali per valorizzare gli investimenti in telemedicina attualmente previsti dal PNRR, garantendo ai cittadini la possibilità di accedere alle migliori cure disponibili e al personale sanitario di usufruire dei supporti digitali per poter svolgere la propria attività in maniera sempre più efficace.